Angela Ariotti, vicesindaco e assessore
all’urbanistica e all’ambiente commenta la vicenda che vede la Regione
Piemonte inserire, tra le richieste da inviare al Governo riguardo al Recovery
Plan, il
finanziamento di una discarica di amianto nel Brianco.
“Dopo aver letto la notizia che la Regione Piemonte ha
inserito, tra le richieste da inviare al Governo riguardo al Recovery Plan, il
finanziamento di una discarica di amianto, non ancora autorizzata e di
proprietà di un privato, mi sono decisa a scrivere questo piccolo resoconto, e
lo vorrei inviare anche ai grandi, se non del mondo, almeno d'Italia, finanche
a Sua Santità Papa Francesco (mi potrei anche immaginare la sua reazione, lui
difensore dell'ambiente!).
Serve fare un sintetico resoconto, per focalizzare l'attenzione
del lettore, su questa vicenda.
In qualità di assessore all'Ambiente del Comune di Santhià, a
fine 2017 venivo interpellata dal neonato Movimento Salussola Ambiente è
Futuro, che mi informava della presenza in Provincia di Biella di una richiesta
di autorizzazione per una nuova discarica di amianto.
La richiesta arrivava dalla Società Acqua & Sole di Milano,
proprietaria del terreno.
E qui inizia il lavoro del Comitato: un lavoro di ricerca,
studio e raccolta documenti direi IMMANE; notti passate (di giorno è gente che
lavora) a consultare documenti e scrivere i risultati agli Enti preposti.
Nel mentre iniziano i lavori della Conferenza dei Servizi a
Biella.
Il Comune di Santhià presente dalla prima ora, essendo anche molto
vicino al terreno (forse, considerando il centro abitato, il più vicino) e con
la strada provinciale che collega al sito ed entra in Santhià per arrivare
all'autostrada”.
I principali motivi sul fatto che una discarica di amianto
non deve essere autorizzata in Regione Brianco sono:
1. la Regione Piemonte ha emanato un Piano Amianto in cui sono stati
identificati ben 600 siti idonei che non comprendono il Brianco:
normalmente si predilige il conferimento in miniere.
2. il Brianco è un territorio quasi incontaminato, ricco da un punto di
vista naturalistico, percorso turistico in collegamento con il Parco della
Bessa.
3. si tratta di terreni agricoli di pregio in quanto compresi nel
disciplinare di produzione della Dop riso di Baraggia.
4. il sito interessato è situato su di un'area di ricarica della falda
acquifera, per la quale occorre tutela assoluta per la salute delle generazioni
future.
5. questa discarica, se realizzata, verrebbe scavata per 15 metri di
profondità e innalzata per 17 metri fuori terra, rappresenterà un effetto
devastante e segnerà il territorio per sempre.
6. l'area si colloca lungo una Strada Provinciale SP332 stretta con curve
pericolose, già teatro di incidenti molto spesso mortali, in certi periodi
avvolta da una fitta nebbia. I camion che andrebbero a conferire materiale in
discarica non farebbero che aumentare i rischi su questa tratta.
7. occorre infine ricordare che l'area circostante è già fortemente
compromessa con la presenza di molte discariche e cave nella vicina regione
Valledora, così come un parere dell'Asl di Vercelli ebbe modo di dichiarare: “Un’area da riqualificare ambientalmente, senza più
interventi devastanti”.
Con
la chiusura dell'iter delle Conferenze dei Servizi, nel 2018 la Provincia di
Biella esprimeva parere negativo, così come diversi Enti manifestarono pareri
contrari.
In prima linea
tutti i Comuni che si trovano nell'area a confine tra le Province di Biella e
Vercelli.
La Provincia di
Vercelli
L'ASL di
Vercelli
L'ASL di Biella
COSRAB
Gli organismi
che rappresentano gli imprenditori agricoli.
Acqua
& Sole fece ricorso al TAR e in seguito al Consiglio di Stato.
L'Amministrazione
Comunale di Santhià, con il supporto dei Comuni di Cerrione e Verrone (i più
vicini al Brianco) affidò ad un legale esperto su temi ambientali la difesa,
convinta di dover proseguire questa battaglia a difesa dei propri concittadini,
bisogna sottolineare con l'unanimità del Consiglio Comunale.
Nel
contempo ci sono state petizioni, anche a Santhià sono state raccolte firme,
nel Dicembre 2019 si è svolta una grande manifestazione a Biella con la
partecipazione di Sindaci, Amministratori, Associazioni, Comitati e soprattutto
moltissimi cittadini.
Purtroppo
il Consiglio di Stato, dichiarando che i pareri negativi dei Comuni non
dovevano essere tenuti in conto, ha rimesso in pista Acqua & Sole, che con
opportune ma irrilevanti modifiche ha presentato nuovamente la richiesta di
autorizzazione in Provincia.
Tutti
noi ci auguriamo che la Provincia di Biella bocci questa nuova richiesta.
Certo
è che aver scoperto che la realizzazione di questa discarica possa far parte
dei “desiderata” che la Regione
Piemonte inserisce nel Recovery Plan ci pare un'assurdità
senza precedenti!
Una
richiesta di finanziamento di 2 milioni di euro per costruire una discarica di
amianto da 1.400.000 (scriviamolo per esteso un milione e quattrocentomila)
metri cubi che una società lombarda vuole costruire in un sito NON ADATTO, solo
perché proprietaria di quel terreno agricolo, disattendendo il Piano Regionale
Amianto, il Piano Gestione Rifiuti, il Piano Paesaggistico Regionale, il Piano
Territoriale della Provincia di Biella…
Incompetenza?
Disattenzione? Regione, se ci sei batti un colpo!.”
Redazione di Vercelli